Scrivere versi e renderli pubblici è anzitutto un atto di coraggio e Mario Maranzano, ogni qualvolta pubblica una raccolta di poesie, il suo coraggio lo mette in piazza, non lo nasconde. Il suo non è un nome nuovo nel mondo della poesia italiana. Per questa raccolta ha scelto un titolo un po’ particolare, ma indicativo di una vena poetica di chiare poesia civile. La lettura di <E le pecore vanno> ci procura delle emozioni immediate: /lumia, che la zagara ti fece/d’un profumo delicato/non riempie la mia vita/, come immediato è il messaggio in essa contenuto: /contro nere persone vestite/che di <Fede>, politica fanno/. Mario Maranzano si fa portavoce di un messaggio: il fallimento di una classe politica inefficiente e inefficace, buona a salvaguardare i propri interessi e quelli degli “amici”. La trama, sulla quale il Poeta compone le sue poesie è proprio questa. /Povero Cristo…/dall’alto della croce sovraintendi/di uomini meschini il quotidiano/. Ancora in <Mongibello>, in <Libera giovincella> fino ad affermare in modo chiaro, senza fronzoli e metafore:/Andate a casa miseri meschini/non siete in grado di governare il mondo/. Mario Maranzano combatte una battaglia, la combatte componendo poesie ad alta intensità civile. La sua arma migliore sono le parole, parole che depone sulla carta e che attraverso la carta affida al mondo. Soffre nel vedere ancora oggi buona parte della popolazione resa schiava da una democrazia-totalitaria: /vale la pena per misere due lire/essere schiavo, di tanta brutta gente?/. Attraverso la lettura si nota come sempre un attaccamento sviscerato per la sua terra, continuamente infangata da piccoli e/o grandi personaggi. La novità assoluta di questa raccolta è data dall’ufficializzazione ideologica; il suo sogno, una socialdemocrazia alla maniera del Nord Europa. In “Eri socialista”, nel dialogo con la madre, afferma: /…, io lo fui/d’una democrazia che non vuol venire/. Rimane deluso dal comportamento di un popolo che elegge e che soccombe: /come pecore che vanno all’ovile/. Un popolo che non sa realizzare una rivoluzione culturale che innovi./C’è silenzio/nella casa/di fronte/e intanto/… le pecore vanno/. La scrittura di Mario Maranzano è una scrittura lineare, essenziale, meditativa, doti non banali per un autore di poesia che sa farsi leggere volentieri.
S. D. S.
E le pecore vanno; Amaro inchiostro; Zappa contadino; Padre Allah; Eri socialista; Bandiera rossa; La grata legnosa; Generale; Malinconica armonia; Figure; Povero Cristo; Mongibello; Libera giovincella; Ribelli ideali; Bandiera bianca; Il toro vede rosso; Miseri meschini; Nicoletta Bruno; La morte; Regina d’Oriente; Vampe d’amore; Kamasutra; La stufa; Tarantella; La ruota; Apparente umiltà; La spada di ferro; Lumia; Visione; Canali; Il barbone; Infinito; L’infinito attende; Bianchi dammusi; C’è silenzio; Vermetto solitario.
Mario Maranzano